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Colmar sceglie una città iconica per la presentazione della sua collezione Autunno Inverno 2017/18 e non a caso, lancia “Weareconnectioners”, un motivo, una storia, un fil rouge su cui costruire oltre che la campagna pubblicitaria, anche un giusto interrogativo culturale sulle autentiche relazioni umane che secondo Colmar sono ancora possibili, a Londra soprattutto.

“Velocità e dinamismo, fusioni e sovrapposizioni. Nella città che elettrizza e non si ferma mai, le vere connessioni sono ancora possibili”. Generazione Y, millennials, il mercato che lancia continuamente nuovi trend e un pubblico sempre più assuefatto dai social, insieme ad un mix di relazioni umane fin troppo veloci  . Allora Colmar ci fa riflettere su quello che è il senso della connessione, non tra macchine e mezzi, ma in realtà guardando ad un ricalcolo dei battiti di un ritmo che scorre diverso, più lento, più autentico, semplicemente a prova di dimensione umana. In mezzo alle scie luminose di un girare incessante e spaventosamente veloce, i protagonisti della campagna Colmar Original si trovano a camminare in slow motion in una delle città più frenetiche del mondo, e non è un sentito dire. Chi ha vissuto almeno per un po’ nella City sa bene quanto sia tosta crearsi dei legami, lì tutto sembra esser solo di passaggio. Eppure Colmar ci crede: due anime che si sfiorano e che si riconoscono. Stabiliscono una connessione, trovano il loro spazio tra le frequenze iper eccitate della metropoli. Svelano la loro identità, stranamente, diventano compatibili.

Un’intensa campagna realizzata da Riccardo Vimercati che mette in relazione la velocità rappresentata non a caso da Londra e i rapporti umani. Qualcosa che potrebbe farci pensare che la velocità a volte, può essere un problema, non tanto per il caro consiglio del “chi va sano va piano e va lontano”, ma forse perché ci stiamo muovendo in una direzione sbagliata. Dobbiamo probabilmente rivalutare i nostri rapporti interpersonali e le sue modalità.