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Il Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi del gruppo LVMH e la Galleria d’arte  BDC di Parma di Lucia Bonanni e Mauro del Rio, protagonisti dal 5 al 13 ottobre dell’appuntamento internazionale di arte antiquariato e collezionismo vintage di Fiere di Parma.

Da un lato stilisti come Dior, Kenzo, Celine e Nicholas Kirkwood esaltati dall’e-
stro geniale dell’imprenditore Luigino Rossi fondatore del Museo. Dall’altro, un as-
semblage di 20 maestri del linguaggio visivo come Luigi Ghirri, Sottsass, Mimmo Jo-
dice o i paparazzi Lino Nanni ed Elio Sorci.

Per visitare le due mostre collaterali in programma a Mercanteinfiera (5-13 ottobre), bisognerà fermarsi  a lungo. Per leggere le didascalie, ammirare più volte le singole opere indulgendo infine in un loop che sarà difficile da disinnescare. In scena, la genialità italiana.
Antiquariato, modernariato, design e veri conversation pieces del collezionismo vintage, tipici dell’appuntamento internazionale di Fiere di Parma, sono infatti affiancati nell’edizione autunnale dalla collaterale “In her Shoes. Due passi nella storia della calzatura”(Pad.4), un viaggio nella storia dell’accessorio più amato da fashion victim e non solo.
C’è il sandalo mule di Fendi del 2000. Forma squadrata e fluttuante, tacco sospeso in acciaio temprato che proietta l’estetica della calzatura in una nuova tridimensionaltà. La scarpa surrealista di Celine (2013) con le dita sagomate di Schiapparelliana memoria e il sandalo di Kenzo (2011), una “creatura” multicolor dalle forme ingombranti ideata dall’allora direttore artistico Antonio Marras. E ancora Pucci e altri celebri designer.
Con il Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi, Fiere di Parma apre così le porte ad
un percorso femminile appassionante, che parte dalla calzatura delle nobili donne veneziane di fine XVII sec – la c.d scarpa con pattino – fino al sandalo ispirato a Blade Runner del britannico Nicholas Kirkwood, passando per Dior. Che ha dimostrato come fogli di plastica opalescente simil-madreperla, strass e fili d’argento siano elementi più che sufficienti per creare al piede di una donna una vera opera d’arte.
Il Museo di Stra nato nel 1995 da un’ intuizione di Luigino Rossi, imprenditore calzaturiero, raccoglie i modelli più rappresentativi (1350 in esposizione ma 18 mila in archivio) prodotti dal calzaturificio Rossimoda dove artigianalità ed estro, in oltre settant’anni di attività in collaborazione con i brand più prestigiosi, hanno saputo dar forma alla creatività estetica di stilisti europei e americani.

Dal 2003 l’attività della manifattura e del Museo proseguono sotto l’egida del gruppo finanziario e del lusso LVMH.

La seconda collaterale è dedicata invece a quei creatori di sogni che sanno tradurre la magia di paesaggi, luoghi e persone in un linguaggio visivo a valenza universale, i fotografi.
Le spiagge di Massimo Vitali, l’occhio intimo-poetico di Luigi Ghirri, lo sguardo sul pianeta di Sottsass con i suoi disegni per i destini dell’uomo passando per Mimmo Jodice, Ugo Mulas, Cesare Monti e Nino Migliori. Nel complesso un assemblage di circa 20 fotografi che tiene assieme artisti come Gabriele Basilico (tra i più importanti documentaristi europei) con Lino Nanni ed Elio Sorci. Due paparazzi, questi ultimi, che seppero far assaporare ai comuni mortali la vitalità strabordante degli anni della Dolce Vita e dei suoi personaggi impossibili.