La cerimonia dei David di Donatello 2025 non è stata una semplice premiazione, ma una rivoluzione gentile. Nel teatro di Cinecittà, il talento femminile ha brillato come mai prima d’ora creando un racconto corale che parla di cambiamento, rappresentazione e di un futuro che ha finalmente un volto diverso.
The Future is Female: Le vincitrici
Le pellicole che si sono aggiudicate la maggioranza dei premi durante la cerimonia di ieri sono state: L’arte della gioia di Valerio Golino, Gloria! di Margherita Vicario, e ovviamente, Vermiglio di Maura Delpero. Tre opere in cui artiste coraggiose ed ispirate hanno raccontato l’universo femminile in maniera inedita e personale, facendosi spazio in un’industria che da sempre ne ha concesso poco, sopratutto se per spazio intendiamo quello dietro la videocamera.
Se Margherita Vicario e Maura Delpero si sono aggiudicate i due premi alla regia – rispettivamente miglior esordio e miglior regia – L’arte della gioia di Valeria Golino ha vinto sia come migliore sceneggiatura non originale che nelle categorie attoriali femminili, dimostrando come il racconto iniziato da Goliarda Sapienza sia stato sapientemente tramandato da Golino tramite le interpretazioni di Valeria Bruni Tedeschi e Tecla Insolia.
Facciamone una questione statistica
“Non fatene una questione ideologica ma statistica e così stiamo tutti più sereni” sono state le parole con cui Margherita Vicario ha ironicamente concluso il suo discorso dopo aver accettato il premio come miglior compositore, riflettendo su come nella storia dei David pochissime musiciste fossero riuscite a vincerlo. Questa edizione è stata statisticamente una meravigliosa eccezione, che speriamo diventi regola, non solo nel panorama cinematografico nostrano ma anche a livello internazionale.
Per la prima volta nella storia dei David di Donatello il premio alla migliore regia è andato ad una regista, in più nella cinquina dei nominati la maggioranza era femminile (Delpero, Golino, Comencini), stabilendo così un primato perfino rispetto alla statuetta dorata degli Oscar.
Il sipario si chiude su una serata che ci lascia sperare a un futuro in cui la rappresentazione di una varietà di sguardi diversi diventi la norma, regalando agli spettatori una moltitudine di universi cinematografici dove riconoscersi o scoprire realtà e visioni diverse, perché il cinema è proprio questo: specchio ed evasione.