Arnaud Donckele e Maxime Frédéric, mentori della nuova rete globale di chef firmata Louis Vuitton, inaugurano un nuovo capitolo per la maison: la gastronomia come esperienza culturale e stile di vita.

Arnaud Donckele e Maxime Frédéric
Da Osaka a Saint-Tropez, passando per New York e Bangkok: la mappa del gusto secondo Louis Vuitton continua ad espandersi. E lo fa con una nuova iniziativa che conferma l’ambizione del brand di trasformarsi in un vero e proprio ecosistema culturale: nasce la Louis Vuitton Culinary Community, un network internazionale di chef d’eccellenza guidato da Arnaud Donckele e Maxime Frédéric.
Donckele, chef tre stelle Michelin del ristorante Plénitude al Cheval Blanc Paris, e Frédéric, celebre maître pâtissier, sono il duo creativo dietro il successo del ristorante estivo di Vuitton a Saint-Tropez, recentemente premiato con una stella Michelin. “Saint-Tropez è il luogo in cui questa comunità è nata,” racconta Donckele. “Il nostro obiettivo è creare una famiglia, non solo una squadra.”
Una rete globale tra alta cucina e lifestyle
I primi membri ufficiali della Culinary Community includono Leonardo Zambrino, al timone di The Hall by Louis Vuitton a Chengdu, e i newyorkesi Christophe Bellanca e Mary George, protagonisti di Le Café Louis Vuitton nella Grande Mela. A questi si aggiungono “amici” della maison, come i fratelli Enrico e Roberto Cerea, recentemente approdati a Milano con il progetto DaV by Da Vittorio Louis Vuitton e Le Café Da Vittorio Louis Vuitton.
Ma il progetto non si ferma qui. La maison prevede una serie di pop-up gastronomici in Asia, a cominciare da collaborazioni d’alto profilo come quella tra Gaggan Anand e Yosuke Suga, andata in scena a Bangkok. Esperienze esclusive, concepite come incontri tra culture e saperi culinari, che esprimono la vera essenza del viaggio secondo Vuitton.
Il nuovo lusso: eleganza rilassata, gusto universale
Nel concept creato da Donckele e Frédéric, la cucina firmata Vuitton si definisce come “neo-gastronomia”: piatti raffinati, ma serviti in un contesto accogliente e conviviale, in cui lifestyle, musica e design si fondono. I menù spaziano da interpretazioni mediterranee a creazioni che omaggiano l’arte del viaggio: manzo wagyu in brodo aromatico ispirato alla tradizione francese, aragosta blu alla griglia con salsa al shiso, dolci come il vacherin alla rabarbaro o meringa alla nocciola con sorbetto al limone.
Ogni piatto porta l’impronta del savoir-faire Vuitton, anche nei dettagli più iconici: celebre è diventato il croque-monsieur tostato con il Monogram LV, e le creazioni dolci di Frédéric includono uova di cioccolato ispirate a borse d’archivio e la mascotte Vivienne scolpita in zucchero.
Dalle cucine al cuore delle persone
Per Donckele e Frédéric, il successo della Culinary Community va oltre la fama o i social (nonostante Frédéric stia diventando una star su Instagram). “Non abbiamo accettato questa sfida per diventare famosi,” afferma il pasticcere. “È un progetto fondato sui legami umani, sulla memoria e sulla cultura del cibo.”
Una visione che si riflette anche nelle scelte personali: Frédéric ha recentemente aperto Pleincoeur, una panetteria di quartiere nel cuore di Batignolles a Parigi, insieme alla moglie Claire. “Amo la tradizione, il rispetto per gli anziani e il buon senso. E Vuitton è proprio questo: una casa nata dalla praticità, dall’artigianato, dalla bellezza utile.”
Il futuro: menù condivisi, mani intrecciate
La Culinary Community non sarà solo una rete simbolica, ma anche un vero laboratorio creativo internazionale. Ogni membro contribuirà con specialità locali che entreranno a far parte dei menù in tutto il mondo. “Avremo piatti costanti e altri fortemente radicati nel territorio. Troverai l’Italia a Chengdu e la Thailandia a Milano, perché Vuitton è sempre un invito al viaggio,” sottolinea Donckele.
E le collaborazioni non si fermeranno a due chef per volta. “Stiamo già lavorando su menù creati da dieci mani, anche di più,” anticipa. “Oggi nessun ristorante al mondo offre un’esperienza così.”
Con la Louis Vuitton Culinary Community, il brand ridefinisce il concetto di lusso contemporaneo: non solo oggetti da possedere, ma esperienze da vivere e condividere. Un nuovo modo di viaggiare — attraverso i sensi.