Un esercizio di stile e narrazione che restituisce al presente il glamour degli anni d’oro
“Help, I lost my Choo!”
Con queste parole – pronunciate da Carrie Bradshaw in una delle scene più iconiche di Sex and the City – un paio di sandali piumati di Jimmy Choo veniva consacrato all’immaginario collettivo. Non era solo un accessorio, ma un simbolo di desiderio, un frammento di un’estetica precisa: quella che, tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila, ha definito la silhouette urbana del nuovo femminile.
Oggi, quella stessa estetica torna a brillare con nuova intensità grazie a un progetto d’archivio dal respiro curatoriale. Jimmy Choo affida le chiavi del proprio passato al designer Conner Ives, al fashion editor e storico Alexander Fury e alla direttrice creativa Sandra Choi, per riportare alla luce alcune delle creazioni più emblematiche del marchio, realizzate tra il 1997 e il 2001.
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Un ritorno d’autore
Non si tratta di una semplice riedizione. Il progetto si configura come una vera operazione culturale, che attraversa le collezioni originarie con lo sguardo di oggi, mantenendo intatta la sensualità e la forza progettuale di ogni modello.
Protagoniste assolute della capsule sono le décolleté con piume svolazzanti, apparse sul piccolo schermo al piede di Sarah Jessica Parker, finalmente rese disponibili al pubblico per la prima volta. Accanto a loro, si ritrovano:
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i sandali a cinturino della primissima collezione Jimmy Choo del 1997,
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le infradito argento del 2000, che sembrano uscite da una fotografia di Helmut Newton,
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e un sandalo dorato con fiore viola del 2001, espressione di un’eleganza barocca ma essenziale.
Sandra Choi sottolinea il valore di questo esercizio di scavo:
“Guardando questi modelli d’archivio, ho riconosciuto idee che restano essenziali nel linguaggio di Jimmy Choo: il glamour, la femminilità, la costruzione.”
Un archivio che è anche futuro
In un presente in cui la nostalgia si mescola con l’urgenza di ridefinire l’identità dei brand, Jimmy Choo firma una collezione manifesto, che racconta la propria origine come gesto progettuale ancora attuale.
“È una celebrazione pura e semplice di ciò che siamo e da dove veniamo. Jimmy Choo è sempre stato capace di accendere una festa”, afferma ancora Choi.
E in effetti, la capsule sembra incarnare proprio questa tensione tra la memoria e la festa, tra la documentazione e il desiderio. Ogni scarpa racconta una storia, ogni dettaglio restituisce la potenza di un momento culturale.
Glamour rinnovato
Il lancio della collezione si inserisce in una stagione particolarmente effervescente per il brand:
Chloë Sevigny è stata recentemente annunciata come volto della campagna estiva 2025, mentre Bella Hadid ha scelto un paio di Jimmy Choo argentati – le Scarlett – per la presentazione londinese del suo nuovo marchio di profumi, Orebella.
Segni che confermano la volontà della Maison di restare al centro del racconto contemporaneo, ma con consapevolezza del proprio archivio. In un momento in cui il lusso cerca nuove narrazioni, Jimmy Choo rivendica con forza le proprie radici, elevando il passato a linguaggio da collezionare, studiare e indossare.