Non è solo nostalgia, non è solo moda. È culto. A più di trent’anni dal suo debutto, John Galliano continua a essere uno dei nomi più desiderati, studiati e amati del fashion system. E non solo per le sue creazioni contemporanee – come la sfilata Artisanal per Maison Margiela del gennaio 2024, considerata una delle vette creative degli ultimi anni – ma soprattutto per un’eredità estetica che ancora oggi segna il passo.
Lo dimostra il numero sempre più alto di celebrità internazionali che scelgono capi d’archivio Galliano, trasformandoli in veri e propri statement culturali. Da Amal Clooney in un capolavoro nero couture a Cannes, fino a Kim Kardashian, Bella Hadid, Zendaya e Rihanna: indossare Galliano è diventato un atto di stile consapevole, un modo per connettersi a una moda che ha fatto la storia — e la continuerà a fare.

Amal Clooney in un abito John Galliano vintage al Festival de Cannes 2025

Bella Hadid a Londra con un abito John Galliano’s della collezione Autunno del 1997

Milla Jovovich con lo stesso abito al Festival de Cannes del 1997

Jenna Ortega a New York con il famoso abito “Robe Journal” di Galliano per la sfilata Autunno-Inverno Dior 2001
Il potere del sogno
John Galliano non ha mai disegnato solo vestiti. Ha costruito immaginari teatrali, sovversivi, romantici e a tratti deliranti, capaci di far dialogare Maria Antonietta e il punk londinese, la Belle Époque e i manga giapponesi, la couture parigina e la decadenza rock.
Le sue sfilate degli anni ’90 e 2000 – prima con la sua omonima maison, poi alla direzione creativa di Dior dal 1996 al 2011 – sono entrate nella leggenda: vere e proprie performance teatrali, dove il fashion show si trasformava in opera d’arte totale.
Galliano ha raccontato la moda come atto narrativo, storico, antropologico. Nessuno come lui ha saputo costruire personaggi, epoche, femminilità ardite e tragiche, tutto cucito con una maestria tecnica senza rivali.
I pezzi d’archivio più desiderati
Oggi, nel pieno revival del collezionismo di moda, i suoi capi sono tra i più ricercati al mondo.
Ecco una breve mappa dei pezzi vintage Galliano più ambiti:
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Gli slip dress bias cut in seta degli anni ’90, firmati John Galliano, sensuali e rarefatti, amati dalle collezioniste e dalle star che li reinterpretano oggi con grinta punk.
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I corsetti e gli abiti a bustino dell’epoca Dior by Galliano, ispirati all’Inghilterra vittoriana e alla lingerie edoardiana, spesso decorati con ricami, perline e motivi floreali.
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Le stampe giornale, rese iconiche da Galliano nella collezione Dior SS 2000, oggi rivisitate anche da maison come Fendi e Balenciaga.
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I cappotti sfilacciati, le silhouette destrutturate, i tailleur poetici delle sue prime collezioni Maison Margiela Artisanal – già oggetto di culto tra archivi privati e musei.
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Gli abiti della collezione “Poiret goes to Marrakesh” (Dior SS 2004): tulle, turbanti, gioielli orientali e colori saturi in una delle sfilate più celebrative del suo universo.
Oggi questi pezzi si vendono all’asta a cifre esorbitanti o fanno parte di collezioni personali come quella di Kim Kardashian, che più volte ha dichiarato di voler “custodire Galliano come un patrimonio”.
Un’eredità viva (e insostituibile)
Dopo l’addio a Maison Margiela – ancora non ufficializzato ma ampiamente vociferato – il futuro di Galliano è incerto. Ma la sua influenza no. È ovunque. In designer emergenti, in campagne pubblicitarie, nei riferimenti estetici di intere generazioni.
In un mondo della moda che oggi fatica a produrre visionari puri, la figura di Galliano si staglia come quella dell’ultimo grande maestro dello stile totale. Un sarto, un artista, un regista della forma, capace di dare corpo alle emozioni più contraddittorie. La moda, per lui, è sempre stata un linguaggio emotivo, non solo estetico.
Il ritorno del genio? Forse. Intanto, Galliano è già ovunque
Oggi indossare un capo d’archivio Galliano non è un semplice gesto vintage: è un omaggio all’immaginazione, alla teatralità, all’artigianalità di un tempo irripetibile.
Che si tratti di Dior o della sua linea personale, ogni creazione firmata Galliano è un frammento di poesia cucita, un’opera da conservare, indossare, raccontare.
Il suo nome è già leggenda. Ma il desiderio è vivo: vederlo tornare. Vederlo creare ancora.
Perché, tra le poche certezze della moda, ce n’è una che resiste a ogni trend:
Il genio si riconosce subito. E Galliano lo è. Sempre.