Settantotto anni. Una carriera scolpita nella storia dell’arte. E oggi, un nuovo debutto: Marina Abramović entra nel metaverso.
Considerata una delle più radicali e influenti artiste viventi, pioniera della performance art, Abramović si affaccia su un territorio ancora inesplorato per molti: quello degli NFT. Ma lo fa, come sempre, alle sue condizioni. Con un progetto complesso, poetico, altamente autobiografico e visionario: “Marina Abramović Element”, sviluppato con TAEX, piattaforma dedicata all’arte digitale.
“Vorrei che il mio avatar facesse cose che il mio corpo non può fare. Io non so levitare, camminare sul fuoco o volare, ma il mio avatar sì”,
ha dichiarato l’artista durante un’intervista alla Jumeirah Carlton Tower di Londra.
“Questo potrebbe dare vita a tutte le performance dei miei sogni.”
La leggenda digitale: performance oltre il corpo
Il progetto prende le mosse da un racconto scritto dalla stessa Abramović, intitolato “Legend”, una narrazione fantastica che si svilupperà in quattro capitoli digitali sotto forma di NFT:
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“Art”, in uscita a giugno 2025, dedicato ai suoi ritratti;
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“Life”, previsto per settembre, che esplorerà ambienti e gestualità;
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“Marina Abramović Method”, atteso a novembre, sarà un viaggio interiore nei suoi esercizi meditativi e spirituali;
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Infine, “The Great Mint”, in arrivo a gennaio 2026, chiuderà la serie con un rilascio speciale.
Ogni NFT permetterà agli utenti di accedere a esperienze digitali interattive, video in loop e contenuti estesi, animati da un avatar fedele nei tratti e nei gesti all’artista. Un avatar costruito con precisione quasi ossessiva: ogni movimento è stato provato oltre cento volte da Abramović in una green room, per permettere alla tecnologia di replicare il più piccolo dettaglio corporeo.
È, ancora una volta, la ripetizione come atto spirituale, gesto che genera coscienza, uno dei tratti più distintivi dell’estetica abramoviciana.
Dal corpo all’algoritmo: la nuova forma della presenza
“The Artist is Present”, la celebre performance al MoMA del 2009 in cui Abramović rimase seduta ore a guardare negli occhi oltre 1.500 sconosciuti, è diventata un’icona della dedizione totale.
Oggi, quel concetto di presenza radicale viene traslato nel mondo digitale, con un corpo immateriale che non si stanca, non invecchia, non si arrende alla gravità.
“La pazienza è uno stile di vita,” ha detto.
“E l’arte, per me, è un atto meditativo, un modo per accedere a una quinta dimensione. È lì che voglio portare anche chi seguirà questo progetto.”
Gli NFT, accessibili da mobile e pensati anche per piattaforme immersive, daranno così accesso non solo a opere, ma a rituali digitali, esperienze quasi spirituali in cui il tempo, la concentrazione e la ripetizione sbloccheranno contenuti nascosti e oggetti collezionabili.
Tecnologia e spiritualità: la nuova frontiera dell’arte performativa
Per Marina Abramović, il salto nel digitale non è un’abdicazione della sua poetica, ma un’estensione.
Un mezzo per raggiungere un pubblico più giovane, nativo digitale, che si avvicina alla sua opera con occhi nuovi.
“Se vuoi davvero parlare con il pubblico di oggi, devi usare la tecnologia. È con questa che crescono, a scuola, nella vita,” ha affermato.
“Sto creando un metodo spirituale e positivo. Il mio avatar sarà un ponte verso quel tipo di arte che cura.”
Una nuova arte dell’oltre: dopo il corpo, la visione
“Marina Abramović Element” non è solo una collezione di NFT, ma un mantra visuale sul futuro dell’arte. Un’opera totalizzante che ribalta l’idea di avatar come intrattenimento, e lo riconsegna all’arte come veicolo di presenza, consapevolezza, trasformazione.
Nel suo percorso senza compromessi, Abramović continua a dimostrare che la performance non è legata alla materia, ma all’intenzione. Che il corpo è uno strumento, ma non l’unico. E che il confine più radicale non è quello della pelle, ma quello tra ciò che si è disposti a immaginare — e ciò che si osa incarnare.