Il Museum of Natural History nell’Upper West Side di Manhattan ha appena ospitato la 63ª edizione dei CFDA Fashion Awards, meglio noti come gli Oscar della moda. Presentata con carisma e energia dalla cantautrice e attrice Teyana Taylor, la cerimonia ha celebrato talento, stile e visione, confermando il ruolo centrale della moda americana nel panorama globale.
Lo spettacolo è iniziato ben prima della cerimonia, con un red carpet che ha mescolato couture sofisticata e scelte sperimentali. Barbara Palvin ha incendiato la scena in rosso vibrante, mentre Elsa Hosk ha brillato in un abito tempestato di paillettes. Il momento più iconico è arrivato con Amber Valletta, che ha rispolverato il leggendario Jungle Dress Versace, indossato originariamente nel 1999 e reso celebre da Jennifer Lopez.

Tra gli ospiti internazionali: Rihanna, Lily Allen, Naomi Watts, Julianne Moore, Addison Rae, Alex Consani, Michelle Williams, Jennifer Lawrence, Gabbriette, Eiza González, Dove Cameron e molti altri, a testimonianza del prestigio globale dell’evento.
Il premio più ambito, l’International Designer of the Year Award, è stato assegnato a Pieter Mulier, direttore creativo di Alaïa, per il suo lavoro poetico e scultoreo. A consegnarlo, Naomi Campbell, in un momento che ha sottolineato il dialogo tra moda americana e scena globale.
Il Council of Fashion Designers of America ha assegnato i premi più ambiti a figure emblematiche: Ralph Lauren, incoronato American Womenswear Designer of the Year, ha ricevuto il riconoscimento da Naomi Watts, a celebrazione di una carriera leggendaria e del suo eterno American dream. Thom Browne, presidente del CFDA, ha vinto per la quarta volta il premio per il menswear, confermando la sua visione sartoriale audace e concettuale.

Le sorelle Ashley e Mary-Kate Olsen, fondatrici di The Row, hanno conquistato per la terza volta il titolo di American Accessory Designers of the Year, grazie a un’estetica minimalista e una maestria artigianale che incarnano il quiet luxury. Il premio Google Shopping American Emerging Designer of the Year è andato ad Ashlyn Park, fondatrice del brand Ashlyn, premiata da Addison Rae e Christopher John Rogers: una voce emergente capace di fondere struttura e sensibilità contemporanea.
Jerry Lorenzo, fondatore di Fear of God, ha ricevuto l’Innovation Award, presentato da Ava DuVernay, per la sua capacità di fondere lusso, cultura urbana e identità americana. Il Positive Change Award è andato a Donatella Versace, celebrata da Amber Valletta, che ha indossato il celebre Jungle Dress Versace del 1999, reso immortale da Jennifer Lopez ai Grammy del 2000 e riproposto nel 2019.
A$AP Rocky ha ricevuto il Fashion Icon Award da Anna Wintour, applaudito dalla compagna Rihanna, già vincitrice dello stesso riconoscimento. Il Media Award in onore di Eugenia Sheppard è stato consegnato da Jennifer Lawrence a Sara Moonves, direttrice di W Magazine. Cynthia Rowley ha ricevuto il Founder’s Award in onore di Eleanor Lambert, mentre Andre Walker è stato celebrato con il Board of Directors’ Tribute dedicato a Isabel Toledo. Il Geoffrey Beene Lifetime Achievement Award è stato conferito a Ralph Rucci, premiato da Thom Browne.

Nel podcast Fashion People di Lauren Sherman, Steven Kolb, CEO del CFDA, ha riflettuto sull’evoluzione della moda americana, sottolineando come accessibilità, creatività e imprenditorialità restino valori fondanti, anche in un contesto sempre più digitale e globale. “Si può essere designer a Memphis e avere comunque un’attività valida”, ha dichiarato, ribadendo l’importanza di modelli di business agili e inclusivi. Kolb ha anche evidenziato l’urgenza di una moda più sostenibile, suggerendo che “il modo migliore per rallentare la moda è acquistare capi da conservare nel tempo”, un principio incarnato da brand come The Row e Fear of God.
Le performance di Olivia Dean e il cortometraggio di Nian Fish hanno aggiunto momenti di introspezione, mentre Jenna Lyons è tornata come volto ufficiale del red carpet. Se il 2024 è stato un anno di ricalibrazione, il 2025 segna una nuova consapevolezza: la moda americana si mostra sicura della propria identità, con uno sguardo aperto al futuro e radici salde nell’artigianalità, nella cultura e nella determinazione.



