Alessandro Michele è stato nominato direttore creativo di Valentino il 28 marzo dello scorso anno, entrando ufficialmente in carica il 2 aprile. Dopo l’uscita di Pierpaolo Piccioli, Michele ha assunto il ruolo con l’obiettivo di reinterpretare l’eredità couture del brand attraverso la sua personale visione creativa. La sua prima collezione per il brand romano è stata la Primavera/Estate 2025, ma è la SS26 a segnare un ulteriore passo nella sua ricerca stilistica. Intitolata Fireflies e presentata durante la corrente Paris Fashion Week, la collezione riflette una sensibilità poetica e nostalgica, con uno stile semplificato ma immediatamente riconoscibile.

Le silhouette femminili, ispirate agli anni ’70, sono state enfatizzate da ampie bluse abbinate a pantaloni dritti e gonne a tubino, lunghi abiti velati e voluminosi minidress. Le tonalità protagoniste spaziano dal blu elettrico al rosso rubino, dal giallo al viola, oltre ai classici nude e nero. Esteso uso di drappeggi, fiori, fiocchi e velluti. Non sono mancati completi maschili, con blazer, cappotti e mocassini decorati con l’iconica V. Questa di Alessandro Michele per Valentino la si può definire una collezione romantica e colorata, armoniosa e vibrante.

L’invito alla sfilata consisteva in un pacchetto di lucciole fosforescenti, delle fireflies appunto. A inaugurare lo show, la voce dell’attrice Pamela Anderson, seduta in prima fila, ha recitato un monologo che iniziava così: “Il primo febbraio del 1941, in un’epoca oscura in cui imperversa la guerra e le contraeree strappano il silenzio ai cieli, un giovane studente della Facoltà di Lettere di Bologna invia una lettera a un amico di infanzia. […] Nella notte di cui ti ho parlato, abbiamo visto una quantità immensa di lucciole, che facevano boschetti di fuoco dentro cespugli, e le invidiavamo perché si amavano, perché si cercavano con amorosi voli e luci”. Il monologo, ispirato a Pier Paolo Pasolini, sottolinea la capacità di resistere alla notte più buia attraverso “luminescenze erratiche e gravide di vita, frammenti intermittenti di poesia incarnata, baluginii inafferrabili e, per questo, capaci di sopravvivere al buio del fascismo imperante”, come spiegato da Michele.

La voce dell’attrice ha concluso la presentazione affermando: “Occorre dunque disarmare gli occhi e riaccendere lo sguardo. Solo così potremo comprendere come il buio del nostro presente sia intramato da sottili sciami di lucciole: indizi che annunciano altri mondi a venire, tracce di una bellezza che resiste all’omologazione, epifanie sensibili capaci di riconnetterci all’umano. La moda, in questo senso, può diventare un’alleata preziosa. È suo il compito di illuminare ciò che ama nascondersi, portando in superficie timidi indizi di futuro. È sua la capacità di profanare l’esistente, sprigionando scintille di incanto e segni luminosi carichi di grazia. Si tratta di fugaci bagliori nelle tenebre, costellazioni di lucciole in grado di aprire varchi di possibilità e di nutrire politicamente l’immaginazione”. Nel mentre, i modelli camminavano lungo la passerella; improvvisamente si sono fermati, hanno alzato lo sguardo e hanno visto delle lucciole.

La first row ha visto la presenza anche di Lana Del Rey, Giancarlo Giammetti, Colman Domingo, Alessandro Borghi e Luca de Meo.
Dietro le quinte, Michele ha dichiarato: “Sto cercando di fare i conti con l’esterno e il mio essere un fashion designer. Valentino ha sempre messo al centro la bellezza ed è ora mio compito darle senso. Siamo tutti delle lucciole, abbiamo bisogno di accendere la luce. Quando ero piccolo amavo correre nella natura, che a volte sembrava remarmi contro a causa del buio, ma c’era un momento in cui vedevo una lucciola e capivo dov’ero. Da trent’anni svolgo questo mestiere e ancora mi chiedo cosa poter creare con la bellezza, cercando di accendere la luce”.




