Nel cuore dell’Oltrarno fiorentino, tra le mura cinquecentesche di Palazzo Settimanni, Gucci riscrive il proprio presente in attesa di un futuro segnato da uno dei cambi di rotta più significativi degli ultimi anni: l’arrivo di Demna alla direzione creativa. La collezione Cruise 2026, ideata dal team interno della maison, è molto più di un esercizio di transizione: è una dichiarazione d’identità. È un ponte tra la gloria del passato, l’incertezza del presente e la tensione verso il rinnovamento.
Un ritorno alle origini con lo sguardo proiettato avanti
Firenze, fondata dai Romani con il nome di Florentia — la città che fiorisce — non è stata scelta a caso. È qui che nel 1921 Guccio Gucci diede vita al marchio destinato a diventare uno dei più influenti al mondo. Tornare in questa città oggi non è solo un gesto simbolico, ma un’operazione di storytelling raffinata, che riafferma la volontà del brand di radicarsi nel proprio DNA per evolvere senza rinnegarsi.
Palazzo Settimanni, oggi sede dell’Archivio Gucci, diventa così il palcoscenico ideale: un luogo dove il passato non è solo custodito, ma reinterpretato, messo a dialogo con il presente. L’archivio stesso, che conserva oltre 46.000 pezzi e documenti, è stato fonte di ispirazione diretta per una collezione che stratifica citazioni, codici e suggestioni estetiche dei vari direttori creativi del brand — da Tom Ford ad Alessandro Michele, da Frida Giannini a Sabato De Sarno — suggerendo, tra le pieghe delle silhouette, anche un eco dell’universo visivo di Demna.
Cruise 2026: un atlante stilistico di memorie e ambizioni
Il risultato è un mix eclettico e stratificato, dove i mondi si sovrappongono con disinvoltura: i tailleur anni ’70, i coat chubby in pelliccia sintetica, i tubini in pizzo lurex, gli abiti da sera punteggiati di cristalli, i leggins logati, le gonne pencil e le bluse fluide dalle spalle strutturate. Ogni look sembra il capitolo di un romanzo visivo sul femminile, che attraversa le stagioni della moda con piglio cinematografico — sottolineato anche dalla colonna sonora scelta, Un homme et une femme di Claude Lelouch e Metti una sera a cena di Ennio Morricone.
Il logo GG diventa macro e dominante, i simboli d’archivio si trasformano in elementi contemporanei: cinture, fibbie, tacchi, trench e bluse in pizzo sono rielaborati per raccontare non un revival, ma un atto di consapevolezza stilistica. È come se Gucci avesse deciso di fare pace con tutte le sue anime, abbracciando la complessità anziché tentare una fuga in avanti.
Un assaggio del futuro
L’attesa per l’ingresso di Demna si fa sentire come un’onda lunga. Il suo tocco, sebbene non ufficialmente presente, aleggia tra le spalle forti, le proporzioni esasperate e la tensione destrutturata che caratterizzano alcuni look. Ma l’amministratore delegato Stefano Cantino ha evitato ogni conferma, sottolineando piuttosto l’importanza della continuità: “Questo show è un’espressione potente dell’identità Gucci, in un luogo che custodisce e rinnova la nostra storia”.
Cantino ha parlato di “crescita progressiva” e di “lavoro collettivo”, elogiando il team per aver costruito una collezione capace di reggere il peso simbolico del momento. E in effetti, Cruise 2026 non appare come una collezione in attesa, ma come una messa in scena consapevole della resilienza di una maison che ha attraversato epoche, crisi e rivoluzioni.
Florence as a Stage: tra storia e innovazione
La presentazione si è poi spostata all’esterno, nella Piazza Santo Spirito, dove modelle e modelli hanno attraversato lo spazio urbano tra i tavolini dei caffè, tra lo stupore dei passanti affacciati alle finestre. In questa scelta c’è una volontà chiara: restituire la moda al tessuto vivo della città, trasformando il fashion show in un atto partecipativo, in un rituale collettivo che rende omaggio alla città e ai suoi abitanti.
Accanto ai capi, gli accessori hanno avuto un ruolo centrale: su tutti, la nuova Gucci Giglio Bag, omaggio al simbolo araldico della città, il giglio fiorentino, proposta in canvas monogrammato e denim, subito disponibile online e nella boutique di Firenze. Ma anche la nuova collezione di alta gioielleria Monili, realizzata con Pomellato, ha lasciato il segno: una fusione tra pelle, oro e pavé di diamanti che celebra l’heritage manifatturiero di Kering.

Collezione Monili

Gucci Giglio Bag
Gucci è Firenze, e Firenze è Gucci
La Cruise 2026 è quindi molto più di una collezione di passaggio: è una riflessione estetica e strategica, un momento di coesione narrativa che mette ordine nella complessità e rilancia Gucci come marchio capace di reinventarsi a partire dalla propria essenza. Mentre il mondo guarda a settembre e al debutto di Demna, Firenze e Palazzo Settimanni diventano il centro simbolico da cui tutto ricomincia.
In un’epoca dove la moda spesso cerca la novità a ogni costo, Gucci sceglie invece di riscoprire le proprie radici per costruire il proprio futuro. Un gesto coraggioso e potente. Come il giglio, è tempo di rifiorire.