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Versace donna Resort 2018.

Un’estetica che ha molto a che fare con l’individualità tanto cara a Donatella Versace, la possibilità di interpretare in chiave individuale lo stile e la contemporaneità frutto di un percorso culturale personale, un motivo che ritorna spesso nelle ultime collezioni della maison dove è la stessa Donatella a darne per prima la sua interpretazione secondo i suoi fedeli dettami.

La collezione donna Resort 2018 prende forma guardando al multiculturalismo che risiede a Los Angeles. La Città degli Angeli, con le luci dei suoi motel, l’arte da strada, miscuglio di etnie, colori, profumi e performer è un leitmotiv che è stata spesso protagonista della lettura di una comunità in forte tendenza praticamente da sempre, incline per natura alla diversità e al cambiamento, raccontata qualche anno fa anche in “City of Angel”, la canzone tributo dei Thirty Second To Mars, dove una radiosa Lindsay Lohan, in un cammeo, raccontava la sua rinascita affrontando il suo intimo e sé più vero.

Un approccio, quello alla diversità, che Versace, in questa collezione, esprime attraverso l’uso dei materiali più diversi, misto ad un sex appeal nostrano per il marchio, dove compaiono linee sinuose per abiti multicolore e forme oversize su piccoli abiti gessati che hanno tutto l’aspetto di vestitini da camera, dove spiccano pizzi e merletti, sormontati da grandi cappotti borchiati, che rendono decisamente glamour la lettura di questo romanzo dal retrogusto bohemien.

Chemisier e sahariane assemblate assieme a giacche biker, regalano quel filtro attuale pervaso dalla moda giovane e contemporanea fatto anche di patchwork dagli esotismi tropicali che a più riprese sovrastano il denim. Centrale è l’uso della pelle, ma soprattutto del metallo che preannuncia un nuovo sistema di potere dove non si ha paura di indossare qualcosa di diverso, al di fuori dal comune, libero dalle circostanze, anche in un distretto finanziario, per molti facilmente comprensibile come Rock, ma in realtà sa di puro illuminismo, tinto di un’allure che rimanda molto a vecchi e nuovi divi, da Prince a Rihanna che hanno fatto e fanno dello stile anticonvenzionale, una ragione d’espressione.